In aumento il giro d’affari nelle terme italiane
di Giacomo Glaviano 16 ottobre 2017
Il settore termale nel triennio 2014-2016 ha registrato un parziale recupero della produzione e del giro d’affari. Il valore aggiunto prodotto dal settore si e’ attestato a 581milioni di euro, con un incremento del 3,1% rispetto all’anno precedente. I ricavi totali sono invece accresciuti dell’1,3% a prezzi correnti, avvicinandosi alla soglia dei 731milioni di euro.
Secondo l’elaborazione di Federterme su dati Global Wellness Institute, nel 2015 l’Italia (con un fatturato degli stabilimenti idroterapici pari a 1.509 milioni di euro) si colloca al secondo posto in Europa dietro la Germania (6.150 milioni di euro). A livello mondiale, invece, secondo la fotografia del 2013, il nostro Paese e’ al quinto posto subito dopo Cina, Giappone, Germania e Russia.
La notizia arriva dalla Convention di Ischia su “Le terme italiane tra presente e futuro: strategie per un rinnovamento possibile” organizzata da Federterme/Confindustria. Ischia e’ stata individuata dopo il terremoto dello scorso agosto che ha colpito in particolar modo i Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno a testimonianza della costante attenzione riservata da Federterme per l’Isola Verde e la fiducia nell’immutata capacita’ di accogliere del territorio ischitano e in particolare delle sue strutture alberghiere e termali.
L’appuntamento precede il Giubileo della Femtec (World Federation of Hydrotherapy and Climatotherapy) celebrativo degli 80 anni della Federazione mondiale del termalismo – fondata a Milano e attualmente presieduta dall’italiano Umberto Solimene.
“In Italia – ha ricordato Costanzo Jannotti Pecci, presidente Di Federterme/Confindustria – da sempre si va alle terme in oltre 170 Comuni, perche’ sono soprattutto una risorsa e un presidio per la salute, importante e affidabile, che si fonda sulle specificita’, qualita’ e diversita’ delle acque minerali termali, fredde e calde, che sgorgano dal sottosuolo e che possono essere utilizzate solo in base a rigorosi percorsi concessori e autorizzatori ministeriali e regionali.