La professione degli agenti di viaggio si e’ evoluta
di Anna Maria Massarpo 10 marzo 2017
L’agente di viaggio non teme la sfida digitale e l’avvento delle app e delle piattaforme digitali di turismo (da Booking.com a Skyscanner etc.), anzi la professione si ? evoluta secondo tre coordinate: consulenza, specializzazione e sviluppo delle nicchie di mercato.
La conferma arriva da CornerJob, che ha intervistato alcuni agenti di viaggio (di dimensioni e localizzazioni diverse). Oggi organizzare un soggiorno a Londra o a New York pare facile a tutti, la pianificazione di un viaggio verso mete meno massificate e’ molto diversa. Infatti, in questo caso, le persone cercano ancora le competenze dell’agente, sia per questioni di sicurezza (soprattutto in certe aree), sia per questioni di organizzazione, comfort e risoluzione di eventuali problemi.
Inoltre, una parte degli agenti si e’ specializzata in un particolare settore. Ad esempio, alcuni si propongono come esperti dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, offrendo itinerari su misura rispetto alle esigenze del cliente e mettendo anche a disposizione guide e rete di contatti locali. Altri, soprattutto immigrati, hanno aperto microstrutture dedicate ai loro connazionali (soprattutto cinesi, sudamericani ed est europei) agevolati dal fatto che parlano la stessa lingua, condividono usi e costumi ecc.
Infine, ci sono le nicchie di mercato: dal turismo d’affari, ai viaggi legati alle cerimonie (viaggi di nozze, anniversari ecc.), per poi continuare con il turismo religioso e quello dedicato alla terza eta’. Si tratta di una platea di "viaggiatori" che in Italia ha dimensioni considerevoli e che, se non altro per questioni di comodita’, mai rinuncerebbe al contatto diretto e fisico con l’agenzia.