Premio Nazionale ESSENZA DONNA 2015
di Anna Maria Massaro 24 febbraio 2015
L’Assessorato alla Cultura del Comune di Motta Sant’Anastasia in collaborazione con l’Accademia di Arte Etrusca organizza il Premio l’8 marzo 2015 al Castello Normanno.
Alla cerimonia inaugurale del 6 marzo, oltre alla Rassegna artistica “Arte al Femminile” tra le tante relatrici è presente la nostra associata Fijet Pasqua Maria Fumera che parlerà sulla relazione tra i sessi e, nella circostanza, sarà omaggiata con il premio nazionale “essenza donna 2015” per il suo lavoro svolto nelle carceri maschili di Madrid insegnando l’educazione alla sessualità intesa come educazione all’incontro, come un’educazione all’amore.
La dott.Fumera s’interroga sul perché l’uomo offende, aggredisce, maltratta, stupra e uccide la donna, e giunge alla conclusione che questa violenza ha una chiara matrice razzista intesa come odio verso la libertà dell’altro, e che la donna, essendo l’altro, è la più forte incarnazione della libertà, è qualcosa che sfugge in continuazione perché è ingovernabile.
In breve la Fumera sottolinea “L’uomo e la donna sono diversi come è il loro godimento sessuale. Il godimento maschile ruota intorno all’avere, al numero, alla misura, alla prestazione, al controllo e alla potenza, ma anche al supruso e al dispotismo. L’uomo guarda e cerca, ritaglia il corpo della donna, il sesso, i seni , il sedere. C’è il possesso e punta a godere della donna senza parole.”
il godimento femminile invece non può essere misurato, contato, quantificato - continua - perché anatomicamente non è visibile, è nascosto, non ha un bordo e un limite. Il godimento del proprio corpo dipende dall’esistenza delle parole d’amore, dal desiderio dell’uomo, dal sentirsi unica e singolare. Ma poichè la donna sfugge a ogni tentativo di possesso proprio perchè coincide con la libertà - può dire no - ed è questo il motivo per cui può essere oggetto di una violenza inaudita.
Poi - aggiunge - che la differenza tra i sessi mette in luce una dissimetria strutturale e irriducibile, è inutile perseguire l’ideale della complementarietà e mezza mela, ma bensì di fare posto alla differenza tra i sessi scegliendo la via dell’amore e non quella dell’odio rabbioso.
La soluzione alla violenza di genere - conclude Fumera - è una battaglia culturale, quella di ripensare e riflettere seriamente a un’educazione sessuale come una educazione della sessualità, al mistero dell’amore diretta a genitori, insegnanti e alunni, come una educazione in cui si valorizza l’incontro tra i sessi, a prescindere della loro anatomia, come un incontro alle differenze, un’ educazione al rispetto dell’alterità che è un’educazione al discorso amoroso.