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Matera Capitale europea della cultura

di Pierluigi Vignola 21 ottobre 2014


Dal 1985 una città dell’Unione europea diventa capitale della cultura per un anno, durante il quale ha la possibilità di manifestare la sua vita e il suo sviluppo culturale. Notevoli i vantaggi in termini socio-culturali ed economici. In Italia per il 2019 è stata scelta Matera, la “Città dei Sassi”.



Ventotto Stati per un melting pot culturale non indifferente: lingua, letteratura, teatro, arti visive, architettura, artigianato, cinema, televisione diversi ma che fanno parte del patrimonio culturale europeo. Non a caso il motto dell’Unione europea è Uniti nella diversità il quale sta a indicare che gli europei operano unitamente per la pace e la prosperità e che le molte e diverse culture, tradizioni e lingue presenti in Europa costituiscono la ricchezza del continente. Per valorizzare quest’aspetto dell’Europa, senza dubbio affascinante, è stato ideato il titolo capitale europea della cultura per contribuire al ravvicinamento dei popoli europei.

Partendo da questa idea e su proposta dell’attrice Melina Mercouri, nel 1985 il Consiglio dei Ministri dell’Unione europea, con l’appoggio di Parlamento europeo e della Commissione europea, ha adottato questa iniziativa. Da quel momento, 32 città sono state elette capitali europee della cultura con l’obiettivo di valorizzare la ricchezza, la diversità culturale e i tratti comuni, migliorare la conoscenza che i cittadini hanno gli uni degli altri e favorire la presa di coscienza dell’appartenenza ad una medesima comunità europea. A oggi l’iniziativa è uno dei programmi culturali europei di maggior successo per il crescente interesse che attira ogni anno responsabili politici, accademici e media.

Le città europee della cultura sono state designate su basi intergovernative fino al 2004. Dal 2005 è stato costituito un nuovo sistema di selezione, monitoraggio e valutazione le cui fasi sono descritte nell’allegato. Il titolo viene assegnato ad una città per un determinato anno e le candidate hanno la possibilità di associare al loro programma un territorio regionale, così come hanno fatto Lussemburgo ed Essen rispettivamente nel 2007 e 2010.

Una città non viene investita di tale ruolo unicamente per ciò che ha fatto ma soprattutto per il programma di eventi culturali particolari che propone di organizzare nel corso dell’anno di candidatura. Per questo motivo, la città è invitata a sfruttare le sue particolarità e a dar dimostrazione di una grande creatività che dovrà fornire al programma il carattere di eccezionalità. I criteri che deve soddisfare il programma di una città candidata sono fondamentalmente due: la dimensione europea e la città e i cittadini. Il 2019 sarà l’anno dell’Italia e della Bulgaria.

Per l’Italia è stata scelta Matera e per la Bulgaria Plovdiv. Ecco allora che quella che è più che una città Europea, è una città Mondiale, per quanto è stato dato e fatto nel tempo; basti pensare ai film, non ultimo quello di Mel Gibson, girati in quello che è uno degli scenari più suggestivi nel Sud Italia, patrimonio dell’Unesco: i Sassi.

Per quanto concerne la dimensione europea, il programma deve rafforzare la cooperazione fra gli operatori culturali, gli artisti e le città degli Stati membri interessati nonché degli altri Stati membri qualora vi fosse collaborazione; deve fare emergere la ricchezza della diversità culturale in Europa e mettere in evidenza gli aspetti comuni delle culture europee. Tale concetto presenta principalmente due aspetti, il primo riguardante la natura dei temi sviluppati nell’ambito delle iniziative; il secondo è relativo alle modalità con cui sono organizzati gli eventi. L’ultimo requisito riguarda la città e i cittadini. Il programma deve incoraggiare la partecipazione dei cittadini residenti nella città e nei dintorni, mira a suscitare il loro interesse, deve avere un carattere duraturo e costituisce parte integrante dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della città.

Tutto questo c’è stato e c’è in Matera. Un’esplosione non solo sotto il palco al momento della proclamazione, ma anche in ogni angolo di città. Da piazza San Giovanni sino a palazzo Lanfranchi c’era gente con sorrisi stampati, bandierine sventolanti, domande sul futuro. La città si è risvegliata dal torpore. Eventi e dibattiti se ne erano già creati, ma questa volta è diverso. Ne parla l’adulto, ne parla l’adolescente, ne parlano i ragazzi e, ne parlano persino i bambini, a cui piace soprattutto il clima festoso. “Sembra che l’Italia abbia vinto la finale del Mondiale” ripetono in molti, ma questa volta Matera ha vinto molto di più.

Brindisi per Matera 2019 e ancora sorrisi, sprecati come nella migliore tradizione di una festa popolare, di una ricorrenza che raccoglie tutti attorno ad un solo fine, una sola speranza, quello che sia davvero cambiato qualcosa, non solo nella felicità dei materani nell’immediato, ma per il futuro radioso e per tutta la popolazione. Questo venerdì 17 ottobre 2014 potrà passare alla storia, senza timore di smentita, come il secondo giorno più lungo per i materani. Una data da ricordare, da rivivere e consegnare ai propri figli, ai propri nipoti e non solo. La storia della città potrebbe essere cambiata, in meglio, proprio da quel tanto temuto venerdì 17, Matera 2019, è qui la festa, noi ora siamo l’Europa: “We are Europe now”.


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