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Zion Evrony Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede in Sicilia, a Sciacca

di Giacomo Glaviano 18 settembre 2014

Il viaggio dello scorso maggio in Israele di Papa Francesco e delle relazioni tra Israele e la Santa Sede sono state al centro di una conferenza organizzata dal Lions Club di Sciacca ospitata nello stupendo complesso monumentale della Chiesa di Santa Margherita, presente l’ambasciatore di Israele Zion Evrony, accreditato presso la Santa Sede della Città del Vaticano.


Numerose le autorità presenti all’evento, il Sindaco Fabrizio Di Paola, il Presidente del Consiglio Calogero Bono, i rappresentanti dei club service Lions e Rotary, il presidente Pino La Torre ed il Governatore del distretto 108 Y, Salvo Ingrassia.

Come è noto la visita di Papa Francesco e quella dei suoi predecessori ha dato un ulteriore contributo al processo di riconciliazione, riconoscimento e dialogo tra il popolo ebraico e la Chiesa cattolica, comprese le relazioni tra Israele e Santa Sede.

Certamente l’ambasciatore Zion Evrony è arrivato a Sciacca in un momento molto delicato della situazione in Medio Oriente. Papa Francesco più volte ha lanciato accorati appelli per la pace, ricordando l’incontro di preghiera che si è tenuto, su suo invito, due settimane dopo in Vaticano con l’allora presidente israeliano Shimon Peres e il presidente palestinese Abu Mazen. I riflettori in questo momento sembrano spenti, di Gaza si parla molto meno, ma è bene tenere alta l’attenzione.

Nel corso della sua carriera diplomatica, Evrony è stato console a New York, direttore del Dipartimento internazionale presso il Ministero degli Affari Esteri; console generale a Houston; capo dell’ufficio per la programmazione politica presso il Ministero degli Affari Esteri, ambasciatore in Irlanda; special advisor per gli affari accademici del direttore generale del Ministero degli Affari Esteri.

L’Ambasciatore  Zion Evrony ha assunto le funzioni di Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede il 1 Agosto 2012; allora parlava con grande speranza per il futuro delle relazioni cattolico-ebraico, in particolare alla luce di pontificato Papa Francesco .

Il Diplomatico ha spiegato come i suoi incontri con i papi Benedetto XVI e Francesco sono stati "positivi e caldo," e ha ringraziato "due papi per la loro amicizia con Israele."
"Mi vedo come ambasciatore per il mondo cattolico. Il mio lavoro è quello di creare una maggiore comprensione di circostanza singolare di Israele e le minacce che deve affrontare".

E’ stato ricordato che quando Papa Francesco ha visto Evrony tra una folla di ambasciatori vaticani lo salutò e gli disse, "Shalom". Ha poi chiesto a Evrony "pregate per me". Questo incontro ha aggiunto Evrony è stato drasticamente diverso da appena 100 anni fa, quando papa Pio X ha incontrato Theodor Herzl, il padre del sionismo modernista. Herzl ha cercato il sostegno del Vaticano per la creazione di uno stato ebraico in Palestina, ma Pio lui rifiutò dicendo "Gli ebrei non hanno riconosciuto il nostro Signore, quindi non possiamo riconoscere il popolo ebraico."

Evrony ha menzionato l’amicizia di Francesco ’con rabbini argentino, e come "il suo nuovo stile, il suo nuovo messaggio universale di prendersi cura dei poveri, l’amore di pace, amore per l’ambiente e il dialogo interreligioso, lo rende molto interessante lavorare con la Santa Sede." Quando Francesco disse a un gruppo di rappresentanti ebrei "Grazie alle nostre radici comuni, un cristiano non può essere anti-semita", Evrony percepì grande ottimismo per il futuro di interscambio cattolico-ebraico.
"Dobbiamo sempre mantenere un senso di ottimismo", ha detto Evrony. "In Terra Santa, se non credete nei miracoli, non state vivendo nella realtà."
Ha concluso il suo discorso ricordando al pubblico in gran parte cattolico "più quello che ci unisce di quello che ci divide", e chiedendo loro di "pregare per la pace di Gerusalemme."


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