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Al focus "Distretti turistici: essere o non essere?"

di Giacomo Glaviano 12 febbraio 2014

I Cantieri culturali della Zisa di Palermo hanno ospitato il Focus sui Distretti Turistici al quale ha partecipato Michela Stancheris, assessore al turismo della Regione Sicilia, che ha sottolineato "i fondi verranno distribuiti tutti" ma "la rendicontazione sarà il vero banco di prova per i distretti”.


“Le risorse – ha aggiunto la Stancheris - devono essere spese non per riprodurre qualcosa che già c’è, ma qualcosa di nuovo per i territori. Alla progettualità dei distretti manca di andare oltre la promozione e la propaganda; stiamo pensando al loro ruolo di educazione del territorio, all’obiettivo di creare imprenditoria per rilanciare il territorio, altrimenti diamo solo finanziamenti che non lasceranno niente allo sviluppo turistico. Noto lacune nella creazione di itinerari originali nei territori e sono carenti nella creazione di nuova occupazione, che poi è il nostro obiettivo. Far rimanere qualcosa sul territorio è l’obiettivo dei distretti. L’obiettivo – ha concluso la titolare del turismo - è avere un brand Sicilia con piccoli brand creati dai distretti anche nella partecipazione alle fiere. I distretti devono essere degli organismi freschi, aperti alle novità".

"L’obiettivo che ci poniamo - ha spiegato Alessandro Rais, direttore del Dipartimento Turismo - contenuto anche nella nuova fase di programmazione è l’innovazione delle politiche di marketing che si devono sostanziare in una nuova strategia di brand che non può che essere coordinata dall’assessorato e che nei distretti deve trovare degli interlocutori privilegiati. Per far questo è necessario instaurare un rapporto di dialogo e fiducia oltre che di interazione reciproca”

“Rais – ha poi evidenziato – che la ridefinizione della brandizzazione della Sicilia e la creazione di DMO (Destination management organization) sono cose su cui l’assessorato sta lavorando. La presenza frastagliata e disomogenea all’estero non fa bene, piuttosto deve essere coordinata e condivisa. Non ha senso una strategia calata dall’alto, bisogna individuare un’interlocuzione fattiva e proficua con i distretti intesi come organizzazioni professionali. Vogliamo creare condizioni per offrire un alveo comune e individuare strategia unitaria da condividere e gestire con decisione. Per difendere al meglio i fondi e quindi non disperdere ma anzi recuperare quelle risorse, seguendo cronoprogrammi secchi e definiti”.

"Nel giro di qualche giorno - ha annunciato Fabio Bartoletti, capo del Servizio 3 Distretti Turistici dell’assessorato regionale al Turismo - verrà pubblicato il decreto con la graduatoria dei progetti dichiarati ammissibili. Poi è previsto un break prima del finanziamento perché sono necessarie alcune correzioni su alcuni progetti. Inoltre è aumentata l’iva e i quadri economici dovranno essere aggiornati. Ma i tempi sono stati rispettati, sono quelli del bando. E tra l’altro i distretti hanno pure chiesto una proroga. Li abbiamo creati come tavolo permanente sul territorio - ha osservato - e mi sarei aspettato una polveriera di iniziative con o senza bando. Purtroppo il territorio è rimasto in attesa del bando e ora aspetta quali sono i progetti finanziati e quali no. Non riesce ad andare avanti". 

Diversi gli interventi: Christian del Bono coordinatore distretto Isole e arcipelaghi di Sicilia ha detto che le DMO hanno un senso all’estero, e hanno attecchito laddove la pianificazione turistica, che in Italia non esiste.Se i distretti devono diventare strumenti di organizzazione del territorio, il loro modello deve essere calato dall’alto. Solo la Regione di concerto con i territori può concepire questo modello che va oltre l’assegnazione dei fondi. Il distretto deve tendere al dmo, ma dobbiamo capire come arrivarci. I distretti da soli non sono in grado di autogestirsi. La dmo può funzionare in Trentino, Galles, Australia, Usa, ma in Sicilia ci vuole accompagnamento".

Vincenzo Camilleri del Distretto Valle dei Templi ha lanciato un appello "per sedersi insieme e discutere. Occorre dovuta attenzione ai territori da parte della Regione".
Secondo Rosario Lapunzina, sindaco Cefalù in rappresentanza del Distretto del mare, "il bando deve essere un’occasione per avviare nel migliore dei modi la fase di start up. Dal canto suo, la Regione deve darsi un brand, farci partecipare alle fiere senza sovrapposizione di risorse da spendere, risorse che tra l’altro, sono sempre poche.  Il distretto deve avere autonomia gestionale, deve avere i soldi, anche se il rapporto pubblico-privato è difficile".
 
"Oggi abbiamo necessità di uniformarci - ha detto Caterina Borruso del distretto Sicilia occidentale - trovare uno spunto unico, non tanto per la gestione quanto nella forma. Dalla regione ci aspettiamo un’indicazione chiara anche da questo punto di vista".

"Nel nostro distretto - raccontato Antonio Barone del distretto turistico Selinunte, Belice e Sciacca Terme  - abbiamo stabilito chi fa chi e cosa. Il salto di qualità che dobbiamo fare è innanzitutto culturale. Serve collaborazione con gli operatori per crescere e magari attivare anche una sinergia con Baleari e Malta che oggi sono molto più avanti di noi in campo turistico".


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