Il decreto su cultura e turismo diventa legge
di Giacomo Glaviano 29 luglio 2014
Con l’ok del Senato, arrivato con la fiducia, diventa legge il decreto cultura e turismo, il cosiddetto Art Bonus voluto dal ministro Dario Franceschini. In aula per perorare le sorti della sua legge (che verrà varata con 159 sì, 90 no e nessun astenuto) Franceschini assicura che il provvedimento “abbatte due barriere che per troppo tempo hanno monopolizzato il dibattito italiano: quella del rapporto tra pubblico e privato e quella della separazione tra la tutela e valorizzazione”.
“Grazie al positivo contributo di deputati e senatori - ha detto Franceschini - il decreto Cultura e Turismo è ora legge, con alcune migliorie significative al testo originale frutto del dibattito parlamentare. Finalmente anche in Italia ci sono strumenti fiscali adeguati per sostenere la cultura e rilanciare il turismo. Adesso non ci sono più scuse: veniamo da anni di tagli, è arrivato il momento di investire”.
Soddisfazione è stata espressa anche dai rappresentanti di categoria, Bernabò Bocca di Federalberghi, Renzo Iorio di Federturismo e Giorgio Palmucci di Confindustria Alberghi.
Tra le novità più significative, oltre alle agevolazioni fiscali per i mecenati del patrimonio pubblico, anche tante misure inedite, dalle commissioni ministeriali che dovranno vagliare i ricorsi contro le decisioni e i vincoli dei soprintendenti, all’autonomia gestionale e amministrativa per i musei più importanti. Oltre a interventi per velocizzare i restauri di Pompei, assunzioni a tempo indeterminato per under 40, il tax credit per agenzie di viaggio e operatori turistici incoming e per gli alberghi, start up per le imprese turistiche gestite da giovani.
E ancora, le foto libere nei musei, la Capitale italiana della Cultura, la carta del turista, burocrazia zero per i distretti turistici. Inoltre, entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge il Mibact rivedrà le classificazioni degli alberghi per adeguarle a quelle internazionali premiando accessibilità ed efficienza energetica. Infine, la trasformazione dell’Enit in ente pubblico economico, sottoposto alla vigilanza del ministro, e la liquidazione di Promuovi Italia S.p.A.