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RIFORME.Ma la nostra Costituzione prevede in sè il metodo della sua revisione"Mi associo e concordo" - dichiara Carmelo Fucarino, professore di lettere classichedi Carmelo Fucarino 18 maggio 2023 Premesso che le Costituzioni non si “aggiornano” secondo gli interessi contingenti di minoranze al potere e interessi di parte, “ ne sappiamo qualcosa noi-, ribadito che la nostra non è così spregevole, proprio perché nata dall’equilibrio delle proposte dei partiti, chiamatelo pure compromesso, che evito’ radicalismi, ma la migliore secondo universale giudizio, che neppure a Trump è venuto in mente di stravolgere i principi della Costituzione americana del 1789 che ha subito solo 27 emendamenti, ricordato che nel 1958 De Gaulle costituì una sua organica Costituzione, che altro processo segue la Costituzione inglese, non scritta, devo ricordare semplicemente che la nostra prevede il metodo della “revisione” codificata nei termini dall’art. 138 con tutte le cautele e in due modi, “revisionando” il testo in vigore, ma anche introducendo al di fuori nuove norme costituzionali. Ai gruppi di potere la scelta che i cittadini approveranno o no. Mi associo e concordo. Carmelo Fucarino Laureato in lettere classiche, ha insegnato italiano e storia negli Istituti Superiori di Palermo e ,dal 1980 fino al 1997, latino e greco al liceo Garibaldi di Palermo. Poeta, è autore di due raccolte di liriche Città e ancora città, Il Vertice Editore, e Percorsi di labirinto, Thule Edizioni. Ha pubblicato una Grammatica di greco antico per i tipi della Paravia. SE E' COSI'........ Editoriale di GIOVANNI PEPI Sul tavolo c’è tutto:“ presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato ”. Un modo per partire senza remore. Ma è tutt’altro che chiaro il punto di arrivo. Siamo per ora al gioco degli schieramenti possibili o alla previsione degli accordi impossibili. Ma cerchiamo di capire qual’è la posta in gioco. Non per i partiti. Ma per il paese. Il discorso sulla riforma delle istituzioni è ormai obbligato per questa democrazia. Si può sgombrare il campo da pregiudizi e paure. Non ci sono in Italia tentazioni autoritarie, simpatie diffuse per l’uomo solo al comando o nostalgie fasciste. C’è invece un distacco crescente dei cittadini dalle istituzioni e una indifferenza alla politica preoccupante. Ne è segno la progressiva diserzione dalle urne. Nei sondaggi di you trend vediamo qualche piccolo neo. In tutti i Paesi liberi almeno il 50% degli intervistati è favorevole a lasciare le decisioni più importanti a rappresentanti eletti. La figura di un dittatore che decida senza il controllo di un parlamento trova più detrattori che sostenitori. Però l’Italia è il Paese con la percentuale di estimatori più alta verso questa figura. Il che mette in luce una stanchezza nel rapporto tra democrazia e cittadini. Perché? I limiti sono sempre più chiari. Le Istituzioni elettive, dal parlamento nazionale alle assemblee locali, sono dominate dai partiti. Ma i partiti sono sempre più avvinghiati nei lacci di un potere lontano dai cittadini e dai loro bisogni. Comandano e governano, con gruppi sempre ristretti e fedeli. Sempre meno svolgono le funzioni di rappresentanza cui sono naturalmente (e costituzionalmente) destinati. I tempi parlamentari sono biblici. Le risposte ai problemi sono lente. E le disfunzioni aumentano. Si è ormai a un monocameralismo di fatto. L’abuso dei decreti è crescente.Ora la modifica delle forme di Stato e di governo deve dare con chiarezza una risposta alle due questioni di fondo.In primo luogo il modello di una democrazia decidente: la crisi del sistema è inevitabile se si risponde a passo di lumaca ai problemi che la società pone con velocità crescenti. In secondo luogo un modello di esecutivo che realizzi stretta vicinanza tra governanti e governati. La vicinanza più forte oggi può essere assicurata dall’idea che Matteo Renzi riassume nel modello del sindaco d’Italia. Ossia un premier eletto a doppio turno direttamente dagli elettori che mantenga una figura forte di contrappeso nel Presidente della Repubblica eletto dal parlamento. Certo altre riforme sono possibili e congrue al riguardo. Purché non si rinunci alle due ragioni di fondo di cui si è detto: decisionismo e vicinanza tra governanti e governati. Nessuna democrazia è eterna.E non poche volte le sue cadute,con le conosciute tragedie, sono state provocate dall’inconcludenza di partitocrazie onnipotenti e istituzioni inefficienti e lontane.
| Un nuovo modo di gestire i sitiCon MMS non serve uno specialista per gestire un sito: chiunque in un quarto d'ora impara a farlo da solo. Non più costi di programmatori per gestire i siti, non più siti vecchi perché manca chi sa aggiornare i contenuti. Per un sito facile da gestire che costi poco CONTATTACI. Anche il sito FIJET è stato creato con MMS.
| LiveTranslateLa nuova tecnologia italiana che rende obsoleta la traduzione simultaneaPer organizzare conferenze, presentazioni, meeting, lezioni in cui non tutti i presenti capiscono la lingua del relatore. Disponibile anche in versione bidirezionale per supportare meeting con video, audio e traduzione in tempo reale fra persone in paesi diversi che non parlano la stessa lingua. Vedi descrizione ed esempi Africa Jade - KorbaUn gioiello dell'ospitalità tunisinaSplendide piante tropicali e grandi prati all'inglese, la bianca sabbia di Korba e un mare cristallino fanno di questo hotel uno dei luoghi più apprezzati in cui trascorrere le vacanze in Tunisia.
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RIFORME.Ma la nostra Costituzione prevede in sè il metodo della sua revisione"Mi associo e concordo" - dichiara Carmelo Fucarino, professore di lettere classichedi Carmelo Fucarino 18 maggio 2023 Premesso che le Costituzioni non si “aggiornano” secondo gli interessi contingenti di minoranze al potere e interessi di parte, “ ne sappiamo qualcosa noi-, ribadito che la nostra non è così spregevole, proprio perché nata dall’equilibrio delle proposte dei partiti, chiamatelo pure compromesso, che evito’ radicalismi, ma la migliore secondo universale giudizio, che neppure a Trump è venuto in mente di stravolgere i principi della Costituzione americana del 1789 che ha subito solo 27 emendamenti, ricordato che nel 1958 De Gaulle costituì una sua organica Costituzione, che altro processo segue la Costituzione inglese, non scritta, devo ricordare semplicemente che la nostra prevede il metodo della “revisione” codificata nei termini dall’art. 138 con tutte le cautele e in due modi, “revisionando” il testo in vigore, ma anche introducendo al di fuori nuove norme costituzionali. Ai gruppi di potere la scelta che i cittadini approveranno o no. Mi associo e concordo. Carmelo Fucarino Laureato in lettere classiche, ha insegnato italiano e storia negli Istituti Superiori di Palermo e ,dal 1980 fino al 1997, latino e greco al liceo Garibaldi di Palermo. Poeta, è autore di due raccolte di liriche Città e ancora città, Il Vertice Editore, e Percorsi di labirinto, Thule Edizioni. Ha pubblicato una Grammatica di greco antico per i tipi della Paravia. SE E' COSI'........ Editoriale di GIOVANNI PEPI Sul tavolo c’è tutto:“ presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato ”. Un modo per partire senza remore. Ma è tutt’altro che chiaro il punto di arrivo. Siamo per ora al gioco degli schieramenti possibili o alla previsione degli accordi impossibili. Ma cerchiamo di capire qual’è la posta in gioco. Non per i partiti. Ma per il paese. Il discorso sulla riforma delle istituzioni è ormai obbligato per questa democrazia. Si può sgombrare il campo da pregiudizi e paure. Non ci sono in Italia tentazioni autoritarie, simpatie diffuse per l’uomo solo al comando o nostalgie fasciste. C’è invece un distacco crescente dei cittadini dalle istituzioni e una indifferenza alla politica preoccupante. Ne è segno la progressiva diserzione dalle urne. Nei sondaggi di you trend vediamo qualche piccolo neo. In tutti i Paesi liberi almeno il 50% degli intervistati è favorevole a lasciare le decisioni più importanti a rappresentanti eletti. La figura di un dittatore che decida senza il controllo di un parlamento trova più detrattori che sostenitori. Però l’Italia è il Paese con la percentuale di estimatori più alta verso questa figura. Il che mette in luce una stanchezza nel rapporto tra democrazia e cittadini. Perché? I limiti sono sempre più chiari. Le Istituzioni elettive, dal parlamento nazionale alle assemblee locali, sono dominate dai partiti. Ma i partiti sono sempre più avvinghiati nei lacci di un potere lontano dai cittadini e dai loro bisogni. Comandano e governano, con gruppi sempre ristretti e fedeli. Sempre meno svolgono le funzioni di rappresentanza cui sono naturalmente (e costituzionalmente) destinati. I tempi parlamentari sono biblici. Le risposte ai problemi sono lente. E le disfunzioni aumentano. Si è ormai a un monocameralismo di fatto. L’abuso dei decreti è crescente.Ora la modifica delle forme di Stato e di governo deve dare con chiarezza una risposta alle due questioni di fondo.In primo luogo il modello di una democrazia decidente: la crisi del sistema è inevitabile se si risponde a passo di lumaca ai problemi che la società pone con velocità crescenti. In secondo luogo un modello di esecutivo che realizzi stretta vicinanza tra governanti e governati. La vicinanza più forte oggi può essere assicurata dall’idea che Matteo Renzi riassume nel modello del sindaco d’Italia. Ossia un premier eletto a doppio turno direttamente dagli elettori che mantenga una figura forte di contrappeso nel Presidente della Repubblica eletto dal parlamento. Certo altre riforme sono possibili e congrue al riguardo. Purché non si rinunci alle due ragioni di fondo di cui si è detto: decisionismo e vicinanza tra governanti e governati. Nessuna democrazia è eterna.E non poche volte le sue cadute,con le conosciute tragedie, sono state provocate dall’inconcludenza di partitocrazie onnipotenti e istituzioni inefficienti e lontane.
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RIFORME.Ma la nostra Costituzione prevede in sè il metodo della sua revisione"Mi associo e concordo" - dichiara Carmelo Fucarino, professore di lettere classichedi Carmelo Fucarino 18 maggio 2023 Premesso che le Costituzioni non si “aggiornano” secondo gli interessi contingenti di minoranze al potere e interessi di parte, “ ne sappiamo qualcosa noi-, ribadito che la nostra non è così spregevole, proprio perché nata dall’equilibrio delle proposte dei partiti, chiamatelo pure compromesso, che evito’ radicalismi, ma la migliore secondo universale giudizio, che neppure a Trump è venuto in mente di stravolgere i principi della Costituzione americana del 1789 che ha subito solo 27 emendamenti, ricordato che nel 1958 De Gaulle costituì una sua organica Costituzione, che altro processo segue la Costituzione inglese, non scritta, devo ricordare semplicemente che la nostra prevede il metodo della “revisione” codificata nei termini dall’art. 138 con tutte le cautele e in due modi, “revisionando” il testo in vigore, ma anche introducendo al di fuori nuove norme costituzionali. Ai gruppi di potere la scelta che i cittadini approveranno o no. Mi associo e concordo. Carmelo Fucarino Laureato in lettere classiche, ha insegnato italiano e storia negli Istituti Superiori di Palermo e ,dal 1980 fino al 1997, latino e greco al liceo Garibaldi di Palermo. Poeta, è autore di due raccolte di liriche Città e ancora città, Il Vertice Editore, e Percorsi di labirinto, Thule Edizioni. Ha pubblicato una Grammatica di greco antico per i tipi della Paravia. SE E' COSI'........ Editoriale di GIOVANNI PEPI Sul tavolo c’è tutto:“ presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato ”. Un modo per partire senza remore. Ma è tutt’altro che chiaro il punto di arrivo. Siamo per ora al gioco degli schieramenti possibili o alla previsione degli accordi impossibili. Ma cerchiamo di capire qual’è la posta in gioco. Non per i partiti. Ma per il paese. Il discorso sulla riforma delle istituzioni è ormai obbligato per questa democrazia. Si può sgombrare il campo da pregiudizi e paure. Non ci sono in Italia tentazioni autoritarie, simpatie diffuse per l’uomo solo al comando o nostalgie fasciste. C’è invece un distacco crescente dei cittadini dalle istituzioni e una indifferenza alla politica preoccupante. Ne è segno la progressiva diserzione dalle urne. Nei sondaggi di you trend vediamo qualche piccolo neo. In tutti i Paesi liberi almeno il 50% degli intervistati è favorevole a lasciare le decisioni più importanti a rappresentanti eletti. La figura di un dittatore che decida senza il controllo di un parlamento trova più detrattori che sostenitori. Però l’Italia è il Paese con la percentuale di estimatori più alta verso questa figura. Il che mette in luce una stanchezza nel rapporto tra democrazia e cittadini. Perché? I limiti sono sempre più chiari. Le Istituzioni elettive, dal parlamento nazionale alle assemblee locali, sono dominate dai partiti. Ma i partiti sono sempre più avvinghiati nei lacci di un potere lontano dai cittadini e dai loro bisogni. Comandano e governano, con gruppi sempre ristretti e fedeli. Sempre meno svolgono le funzioni di rappresentanza cui sono naturalmente (e costituzionalmente) destinati. I tempi parlamentari sono biblici. Le risposte ai problemi sono lente. E le disfunzioni aumentano. Si è ormai a un monocameralismo di fatto. L’abuso dei decreti è crescente.Ora la modifica delle forme di Stato e di governo deve dare con chiarezza una risposta alle due questioni di fondo.In primo luogo il modello di una democrazia decidente: la crisi del sistema è inevitabile se si risponde a passo di lumaca ai problemi che la società pone con velocità crescenti. In secondo luogo un modello di esecutivo che realizzi stretta vicinanza tra governanti e governati. La vicinanza più forte oggi può essere assicurata dall’idea che Matteo Renzi riassume nel modello del sindaco d’Italia. Ossia un premier eletto a doppio turno direttamente dagli elettori che mantenga una figura forte di contrappeso nel Presidente della Repubblica eletto dal parlamento. Certo altre riforme sono possibili e congrue al riguardo. Purché non si rinunci alle due ragioni di fondo di cui si è detto: decisionismo e vicinanza tra governanti e governati. Nessuna democrazia è eterna.E non poche volte le sue cadute,con le conosciute tragedie, sono state provocate dall’inconcludenza di partitocrazie onnipotenti e istituzioni inefficienti e lontane.
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