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Ambiente e Grandi multinazionali, due pesi due misuredi Anna Luana Tallarita - 24 settembre 2019É di questi giorni la richiesta di porre delle tasse Green sui voli che potrebbero incidere negativamente sul turismo.Questa l'opinione dell'associazione di consumatori Ma guardiamo la situazione ambientale attuale, riguardante il surriscaldamento della temperatura e gli ultimi dati che sono stati rilevati, in Europa e nelle Nazioni extraeuropee. Moltissima contraddizione si nota nella polemica aperta in merito alle politiche ambientali. Segnata da disparità di trattamento, sia fra il mondo occidentale in confronto a l'India e la Cina, e sia per l'assurdità nel richiedere ulteriori sacrifici, ai contribuenti, da parte proprio di spietate multinazionali per i loro errori. Che per decenni hanno completamente ignorato le conseguenze di politiche mancate nel rispetto dell'ambiente e delle risorse naturali. Questi grandi movimenti spinti da un'enfasi giovanile poi non così tanto spontanea, nascondono forse ben altro. Innanzitutto la mancata comunicazione delle reali condizioni ambientali. Probabilmente gravi danni sono già stati protratti nel tempo, di cui già oggi si pagano le conseguenze, particolarmente rilevanti nel surriscaldamento globale della temperatura, ma probabilmente chissà quanti altri dati non vengono assolutamente dichiarati. Poi si parla tanto dell'Europa ma viene non obiettivamente considerata la situazione dell'est del mondo. Infatti l'Europa, in base alle indagini sviluppate dal Global Carbon Project, ha condotto un piano di politiche ambientali che nel lungo periodo, degli ultimi 20 anni, che si è manifestato vincente. Presentando un calo del -16% sulla produzione di Co2, circa 3,5 bilioni di tonnellate, derivanti da combustibili fossili, scese del 2,5% nel 2018 rispetto all'anno precedente. Sono le valutazioni presentate da Eurostat. Che vedono Italia e Portogallo con un calo : l'una del 3,5%, e l'altra del -9,0%. Poi vi sono : Bulgaria (-8,1%), Irlanda (-6,8%), Olanda (-4,6%), Francia (-3,5%). Pensiamo con particolarità alla Germania, con un calo pari al -5,4%, e che nonostante questo, vede oggi la Merkel impegnata nel tentativo di aumentare il pacchetto di risorse per nuove politiche perdi, ma sempre che vadano a pesare sui contribuenti. Stessa politica che l'attuale governo 5 Stelle PD si vuole condurre anche in Italia. Ma l'UE ha anche stati che presentano un'invenzione di rotta, infatti le emissioni sono salite: in Lettonia (+8,5%), Malta (+6,7%), Estonia (+4,5%), Lussemburgo (+3,7%) e Polonia (+3,5%). Nulla in confronto alla grave situazione presente in India e Cina dove le emissioni stanno crescendo del 2,7% rispetto al 2017, quasi 10 bilioni di tonnellate di Co2 tra 2000 e 2018. Questo a causa del continuo uso del carbon fossile per la conseguente crescita economica. La Cina vedrà un aumento delle emissioni del 4,7% per il 2018. Così come l'India, nonostante la politica messa i atto sulle energie rinnovabili. Le emissioni di gas serra da combustibili fossili dovrebbero aumentare del 6,3% nel 2018. Ciò nonostante le politiche green compiute nel ultimi due decenni per entrambe le Nazioni. Sia sul rimboschimento, che con l'inserimento di sanzioni per chi non rispetta l’ambiente.Negli Stati Uniti, le emissioni sono diminuite dell'1,2% all'anno dal 2007, ma nel 2018 si prevede un aumento di circa il 2,5%. Fonti (https://www.agi.it/estero/clima_emissioni_europa-5454286/news/2019-05-08/) (https://www.earth-syst-sci-data.net/10/2141/2018/#section8) ( https://www.axios.com/china-india-us-pushed-carbon-emissions-to-record-levels-in-2018-1b1e171a-d46a-49b7-bc4a-7250942a1a7d.html) (https://www.forbes.com/sites/trevornace/2019/02/28/nasa-says-earth-is-greener-today-than-20-years-ago-thanks-to-china-india/#693730556e13)
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