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 Il Summit di Palermo sul futuro della Libia si è chiuso con la conferenza stampa del premier Conte e dell’inviato dell’Onu Ghassan Salamèdi Giacomo Glaviano - 13 novembre 2018 Non è stata firmata nessuna dichiarazione finale. Conte: non abbiamo "secondi fini" e non "crediamo in soluzioni dall'alto. Lavoriamo per la stabilizzazione del Paese e abbiamo reso un servizio anche all'Europa. Le Nazioni Unite sono il principale sponsor del governo di unità nazionale tripolino, insieme a Roma che ha organizzato l’evento. L’Onu ha definito la Conferenza sulla Libia 'un successo' e 'una pietra miliare' verso un nuovo incontro da tenere nel Paese nei primi mesi del 2019. Salamé ha detto: Palermo è servita per una nuova conferenza in agli inizi del 2019 e poter arrivare a elezioni in primavera. Il generale libico Khalifa Haftar non ha partecipato appieno alla conferenza e lasciato Palermo, mentre dopo un paio d’ore la Turchia ha abbandonato Villa Igiea 'con profondo disappunto' per essere stata esclusa dal vertice informale tra Haftar, Italia, Russia ed Egitto.  Come già detto il summit si è concluso senza il documento finale a cui le diplomazie pure lavoravano da settimane.Dall’Adnkronos abbiamo appreso che sarebbe stata in particolare proprio la delegazione di Haftar a contestare il testo della dichiarazione finale della Conferenza, documento da cui ripartire in vista della Conferenza allargata auspicata dalle Nazioni Unite. In sintesi lo scopo del vertice di Palermo quello di far sedere allo stesso tavolo i principali attori libici e i capi di Stato e di governo interessati a vario titolo al dossier. Mettere di fronte il capo dell’Esercito nazionale libico, che fa capo al Parlamento di Tobruk nell’est del paese, e il premier del governo di Tripoli, creato dalla comunità occidentale e dall’Italia in primis.L’obiettivo è stato raggiunto solo parzialmente: Haftar e Sarraj si sono incontrati, ma non durante la riunione plenaria, l’evento clou della conferenza cui hanno partecipato i 30 rappresentanti di governo arrivate in Sicilia. Lo hanno fatto in un summit a latere, perché il maresciallo di Bengasi non ha accettato di partecipare all’evento principale: farlo, nella sua ottica, avrebbe avuto il valore di una legittimazione del governo Sarraj, impensabile per un leader militare che non ha mai nascosto l’ambizione di guidare le future istituzioni del Paese. 
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