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L’Elogio della Bellezza in mostra “Tiziano a Sambuca”

di Antonella Munoz Di Giovanna - 30 aprile 2018

Nel secondo anniversario dall’elezione a Borgo più bello d’Italia la cittadina rende omaggio alla bellezza ospitando il ritratto di “Papa Paolo III Farnese”

Il ritratto di Papa Paolo III Farnese (1468 - 1549) opera di Tiziano Vecellio (1488 - 1576) è stato accolto solo una settimana fa, nel presbiterio della Settecentesca Chiesa del Purgatorio, con la prestigiosa presenza del neo Ass.re Regionale dei Beni Culturali Prof. Sebastiano Tusa, nella sede del Mu.Di.A. Museo Diffuso d’Arte Sacra, Polo Espositivo di Sambuca di Sicilia.
Oggi troneggia su un delicato sfondo color carta da zucchero, dopo aver attraversato la “Sala feliciana” del museo, eccolo apparire solenne e austero, posa di tre quarti, ma in primo piano e sullo sfondo la campagna, quella bolognese dove il pontefice si è recato per ragioni di governo.
Ad accogliere il visitatore un silenzio surreale che sembra fare eco da quello scorcio di campagna. “L’elogio della Bellezza, Tiziano a Sambuca” è l’importante mostra che per quaranta giorni fino al 27 maggio vedrà esposto il ritratto di papa Farnese nel Borgo più Bello d’Italia 2016. L’arrivo del dipinto a Sambuca è stato possibile grazie al protocollo d’Intesa, “Le Vie del Sambuco”, firmato tra le amministrazioni di Sambuca, Troina e Savoca la scorsa estate, costituitosi per promuovere percorsi di sviluppo e crescita attraverso la collaborazione tra i diversi enti.La mostra è il primo di numerosi eventi a favore della promozione e della condivisione della bellezza e del valore dell’arte.
L’amministrazione sambucese insieme al Mu.Di.A. grazie alla collaborazione del sindaco di Troina Sebastiano Fabio Venezia e della Sua amministrazione ha ottenuto questo straordinario prestito al Museo Sambucese. Nella prima settimana di apertura si contano già più di mille presenze. Oltre al Tiziano il Museo costituisce uno scrigno nello scrigno con il suo percorso tra arte e Fede che si sviluppa all’interno di quattro sale tematiche. La chiesa dedicata alla pittura di Fra Felice, con 10 opere, è solo un breve accenno al ricco e vasto corpus didattico -divulgativo del Cappuccino. In fondo, prima dell’altare, uno spazio è dedicato alla scultura lignea. La statua della Madonna opera di Fra Innocenzo da Petralia, ha uno sguardo intenso mentre Gesù Bambino tiene stretto nella mano un Cardellino. Poi la statua lignea di Santa Caterina d’Alessandria con accanto la ruota simbolo del suo martirio ed infine San Sebastiano statua lignea di metà Cinquecento, con le frecce che lo trafiggono nella sua classica posa iconografica.
La seconda sala racconta del Tribunale della Regia Monarchia e dell’Apostolica Legazìa, istituzione tutta siciliana, nata al tempo dei Normanni e dell’ultimo suo presidente, Mons. Diego Planeta, sambucese di nascita ed arcivescovo di Brindisi prima della prestigiosa nomina. Alla collezione del Mu.Di.A. si aggiunge ora la Croce Pettorale dell’arcivescovo con sei grandi smeraldi perimetrati da brillanti, dono della Famiglia Planeta che ha voluto omaggiare Sambuca e i sambucesi con un ulteriore prezioso cimelio di famiglia, la stessa che l’arcivescovo presidente indossa nel ritratto esposto accanto alla teca. Infine la sala degli argenti a testimonianza dei tre secoli dell’arte del cesello in Sicilia. Il percorso espone le tipologie di vasi e suppellettili tra calici e pissidi, ostensori e reliquari, croci astili ed elemosinieri. Le bellezza del sacro è esaltata in questo spazi espositivi, riverberando luce e la sapienza artigiana mai scritta.
Quest’ultima sala è il fulcro del museo. È memoria recuperata, che vive attraverso le opere d’arte recuperate e gelosamente custodite per decenni, prima della demolizione della Chiesa di San Giorgio. Tutte le espressioni d’arte sono qui rappresentate; la pittura con un quadro attribuito a Pietro Novelli dei “Quattro Santi Coronati”, la Scultura lignea con le Statue di Sant’Eligio e Santa Rosalia, l’affresco della Madonna delle Grazie, detta anche del Latte, staccato dalla parete nel 1956 dal maestro Gianbecchina, la scultura lapidea con la lapide sepolcrale di Filippo Turano autore dell’affresco che ha preesistenze bizantine sotto lo strato del Cinquecento ed ancora il mezzo busto argenteo di S. Giorgio raffigurato con la divisa da soldato, busto reliquiario antropomorfo opera di Michelangelo Merendino del 1657.
Un luogo che invita a fare una visita per le opere singolari e fino al 27 maggio per ammirare il ritratto opera di Tiziano. Un museo che vale una visita nel Borgo dei Borghi che della bellezza ha fatto la cifra espressiva ed identitaria di una comunità. Il Mu.Dia.A è aperto dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:00.

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Il ritratto di Papa Paolo III Farnese (1468 - 1549) opera di Tiziano Vecellio (1488 - 1576) è stato accolto solo una settimana fa, nel presbiterio della Settecentesca Chiesa del Purgatorio, con la prestigiosa presenza del neo Ass.re Regionale dei Beni Culturali Prof. Sebastiano Tusa, nella sede del Mu.Di.A. Museo Diffuso d’Arte Sacra, Polo Espositivo di Sambuca di Sicilia.
Oggi troneggia su un delicato sfondo color carta da zucchero, dopo aver attraversato la “Sala feliciana” del museo, eccolo apparire solenne e austero, posa di tre quarti, ma in primo piano e sullo sfondo la campagna, quella bolognese dove il pontefice si è recato per ragioni di governo.
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La seconda sala racconta del Tribunale della Regia Monarchia e dell’Apostolica Legazìa, istituzione tutta siciliana, nata al tempo dei Normanni e dell’ultimo suo presidente, Mons. Diego Planeta, sambucese di nascita ed arcivescovo di Brindisi prima della prestigiosa nomina. Alla collezione del Mu.Di.A. si aggiunge ora la Croce Pettorale dell’arcivescovo con sei grandi smeraldi perimetrati da brillanti, dono della Famiglia Planeta che ha voluto omaggiare Sambuca e i sambucesi con un ulteriore prezioso cimelio di famiglia, la stessa che l’arcivescovo presidente indossa nel ritratto esposto accanto alla teca. Infine la sala degli argenti a testimonianza dei tre secoli dell’arte del cesello in Sicilia. Il percorso espone le tipologie di vasi e suppellettili tra calici e pissidi, ostensori e reliquari, croci astili ed elemosinieri. Le bellezza del sacro è esaltata in questo spazi espositivi, riverberando luce e la sapienza artigiana mai scritta.
Quest’ultima sala è il fulcro del museo. È memoria recuperata, che vive attraverso le opere d’arte recuperate e gelosamente custodite per decenni, prima della demolizione della Chiesa di San Giorgio. Tutte le espressioni d’arte sono qui rappresentate; la pittura con un quadro attribuito a Pietro Novelli dei “Quattro Santi Coronati”, la Scultura lignea con le Statue di Sant’Eligio e Santa Rosalia, l’affresco della Madonna delle Grazie, detta anche del Latte, staccato dalla parete nel 1956 dal maestro Gianbecchina, la scultura lapidea con la lapide sepolcrale di Filippo Turano autore dell’affresco che ha preesistenze bizantine sotto lo strato del Cinquecento ed ancora il mezzo busto argenteo di S. Giorgio raffigurato con la divisa da soldato, busto reliquiario antropomorfo opera di Michelangelo Merendino del 1657.
Un luogo che invita a fare una visita per le opere singolari e fino al 27 maggio per ammirare il ritratto opera di Tiziano. Un museo che vale una visita nel Borgo dei Borghi che della bellezza ha fatto la cifra espressiva ed identitaria di una comunità. Il Mu.Dia.A è aperto dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:00.

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