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Palermo. Una domenica al Lago Ogliastro e alla Casa del Té di Raddusa

di Enzo Conte - 09 gennaio 2018
Il Lago Ogliastro, bacino artificiale ubicato al confine tra la provincia di Enna e Catania, si estende nel territorio tra i comuni di Aidone e Ramacca a 203 m. sul livello del mare.

Il lago è stato formato, a scopo irriguo e come riserva idrica, mediante la costruzione di una diga in terra battuta sul fiume Gornalunga lunga 830 m e che nel punto più alto misura 53,6 m. La capacità massima è di 110000000 metri cubi e nel periodo di massimo invaso l'estensione è di circa 7 chilometri quadri. Il nucleo impermeabile della diga è realizzato in materiale limo-sabbioso di origine alluvionale ed è ancorato allo strato argilloso di base. Il Lago, denominata anche “Don Sturzo” in onore del grande statista siciliano, è stato realizzato dal Consorzio di Bonifica di Caltagirone, nel periodo compreso fra gli anni 1963-1972.
Un provvedimento dell'Unione Europea ha dichiarato l'invaso 'OgliastroDon Sturzo' Sito di interesse Comunitario (S.I.C.). Il paesaggio del lago è quello tipico dell'area calatina, con rilievi collinari coltivati a cereali. Nella parte a monte dell’invaso la vegetazione è prevalentemente occupata da salici e tamerici, inframmezzati da agrumeti. Una collina su cui si appoggia la diga è coperta da un bosco di eucaliptus. Con il passare del tempo, il lago ha attivato un processo di successione ecologica di grande interesse naturalistico, in quanto, negli ultimi anni, è diventato meta di oltre 2000 volatili appartenenti a 60 diverse specie, sia stanziali che migratorie. Tra le specie di pesce spicca, molto profondo e tra le piante sommerse, il Black Bass, oltre naturalmente ai pesci di ambiente lacustre come carpe, lucci, alborelle, carassi ed anguille.Su una stele sul bordo del lago è applicato un grande pannello in maiolica policroma a rilievo, realizzato dallo scultore ceramista Andrea Parini nel 1974 ed intitolato 'Mosè salvato dalle acque'.
Centro storico di Raddusa. Il nome deriva dall'arabo Rabdusa che significa 'terra di abbondante vegetazione' poiché nel paese è prospera la produzione cerealicola e per questo esso è stato anche definito 'la capitale del pane'.
Il primo borgo appartenne alla nobile famiglia Gravina e in seguito ai Baroni di Ranciolo e Marabino. Di interesse architettonico la Chiesa Madre, eretta nel 1850 seguendo il progetto dell'architetto Giuseppe Maggiore e che presenta all’interno interessanti stucchi.
Museo del grano. L’edificio d’inizio Novecento nel quale è ubicato il museo ha ospitato, in passato, la Cooperativa Agricola ‘La Cerere’, fondata per assicurare ai contadini porzioni di terra con contratti più equi e per far conoscere tecniche di coltivazione innovative. Il museo ricostruisce i costumi, gli usi ed il lavoro della comunità contadina di Raddusa offrendo antichi ambienti, una panoramica rappresentativa degli strumenti di lavoro utilizzati dai contadini e di vecchie usanze locali.
Nell’ala destra del Museo, è stata ricostruita un’antica masseria con una camera da letto risalente agli anni ’30, una cucina a vapore, un forno a pietra ed una dispensa, utilizzata per conservare botti in legno, fiasche e damigiane. L’ala sinistra ospita, invece, antichi attrezzi e macchinari agricoli.
Casa del Tè. Un'associazione culturale dedita alla coltivazione, trasformazione, promozione e valorizzazione del te e delle sue tradizioni. Pranzo Zen è il pranzo della mattonella che usavano i monaci Zen quando ricevevano invitati in monastero. Tutto il cibo viene disposto con forme e colori che seguono lo Yin e Yang. Ad ogni commensale viene dato un piatto e preleverà il cibo dal centro tavola, a scelta, formando un disegno e seguendo i quattro livelli della filosofia Zen. Man mano che passeranno le pietanza verranno spiegati i motivi delle disposizioni dei cibi in quel preciso ordine che riflettono le fasi solari e le fasi lunari.
'Nella stanza delle cerimonie' si accede senza scarpe, si possono ammirare rituali e attrezzi delle cerimonie orientali Yam-cha, Wu- wo, tè pressati provenienti dello Yunnan , Birmania e Cambogia, o i pennelli per scrivere poesie durante le cerimonie.
La Stanza del Tè è copia fedele degli ambienti orientali in cui il tè viene vissuto, dalla preparazione alla degustazione. Per la cerimonia è prevista la partecipazione attiva degli ospiti; vengono degustati te e dolci che seguono le 16 stagioni della filosofia Zen. Visita al Museo del Tè, l’unico in Italia, entrato per ben 2 volte nel Guinness dei primati. Conserva più di seicento varietà di infusi, di provenienza mondiale. E ciascuno di essi, è correlato al suo servizio. Così i vassoi cinesi si accostano a teiere giapponesi o a bicchieri russi; e non mancano anche oggetti provenienti dall’Africa. Si potrà ammirare la teiera e la tazza più grande del mondo, realizzati dai maestri ceramisti di Caltagirone e possono contenere rispettivamente quindici e diciotto litri di tè.
Cinquecento teiere in terra porpora Aisha, differenti per modello e dimensione, si mostrano sulle pareti. Tutte provengono dalla Cina e appartengono al maestro collezionista cinese Xu Zongmin, che le ha concesse per una esposizione, organizzata in venticinque gruppi di venti teiere, ciascuna rappresentante un periodo storico ben preciso della storia e della dinastia imperiale cinesi. Alcune portano il sigillo dell’imperatore del tempo e del maestro ceramista che le realizzò. Ogni teiera si trova su un drappo di seta di colore differente, accompagnata da una ben precisa numerazione che corrisponde, nel manuale, alla descrizione della sua storia.

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Con MMS non serve uno specialista per gestire un sito:
chiunque in un quarto d'ora impara a farlo da solo.


Non più costi di programmatori per gestire il proprio sito, non più siti vecchi perché manca qualcuno in grado di aggiornare i contenuti. Anche il sito FIJET è fatto con MMS

Se vuoi un sito facile da gestire, che si aggiorna molto rapidamente e costa molto poco CONTATTACI.
 


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dove le piccole imprese e gli operatori turistici
promuovono sul web i loro prodotti e servizi
senza costi di sviluppo siti e di programmatori



Business in China

Il Gruppo di interesse Linkedin di chi è interessato ad attività commerciali con la China. Oltre 60.000 iscritti!








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Il lago è stato formato, a scopo irriguo e come riserva idrica, mediante la costruzione di una diga in terra battuta sul fiume Gornalunga lunga 830 m e che nel punto più alto misura 53,6 m. La capacità massima è di 110000000 metri cubi e nel periodo di massimo invaso l'estensione è di circa 7 chilometri quadri. Il nucleo impermeabile della diga è realizzato in materiale limo-sabbioso di origine alluvionale ed è ancorato allo strato argilloso di base. Il Lago, denominata anche “Don Sturzo” in onore del grande statista siciliano, è stato realizzato dal Consorzio di Bonifica di Caltagirone, nel periodo compreso fra gli anni 1963-1972.
Un provvedimento dell'Unione Europea ha dichiarato l'invaso 'OgliastroDon Sturzo' Sito di interesse Comunitario (S.I.C.). Il paesaggio del lago è quello tipico dell'area calatina, con rilievi collinari coltivati a cereali. Nella parte a monte dell’invaso la vegetazione è prevalentemente occupata da salici e tamerici, inframmezzati da agrumeti. Una collina su cui si appoggia la diga è coperta da un bosco di eucaliptus. Con il passare del tempo, il lago ha attivato un processo di successione ecologica di grande interesse naturalistico, in quanto, negli ultimi anni, è diventato meta di oltre 2000 volatili appartenenti a 60 diverse specie, sia stanziali che migratorie. Tra le specie di pesce spicca, molto profondo e tra le piante sommerse, il Black Bass, oltre naturalmente ai pesci di ambiente lacustre come carpe, lucci, alborelle, carassi ed anguille.Su una stele sul bordo del lago è applicato un grande pannello in maiolica policroma a rilievo, realizzato dallo scultore ceramista Andrea Parini nel 1974 ed intitolato 'Mosè salvato dalle acque'.
Centro storico di Raddusa. Il nome deriva dall'arabo Rabdusa che significa 'terra di abbondante vegetazione' poiché nel paese è prospera la produzione cerealicola e per questo esso è stato anche definito 'la capitale del pane'.
Il primo borgo appartenne alla nobile famiglia Gravina e in seguito ai Baroni di Ranciolo e Marabino. Di interesse architettonico la Chiesa Madre, eretta nel 1850 seguendo il progetto dell'architetto Giuseppe Maggiore e che presenta all’interno interessanti stucchi.
Museo del grano. L’edificio d’inizio Novecento nel quale è ubicato il museo ha ospitato, in passato, la Cooperativa Agricola ‘La Cerere’, fondata per assicurare ai contadini porzioni di terra con contratti più equi e per far conoscere tecniche di coltivazione innovative. Il museo ricostruisce i costumi, gli usi ed il lavoro della comunità contadina di Raddusa offrendo antichi ambienti, una panoramica rappresentativa degli strumenti di lavoro utilizzati dai contadini e di vecchie usanze locali.
Nell’ala destra del Museo, è stata ricostruita un’antica masseria con una camera da letto risalente agli anni ’30, una cucina a vapore, un forno a pietra ed una dispensa, utilizzata per conservare botti in legno, fiasche e damigiane. L’ala sinistra ospita, invece, antichi attrezzi e macchinari agricoli.
Casa del Tè. Un'associazione culturale dedita alla coltivazione, trasformazione, promozione e valorizzazione del te e delle sue tradizioni. Pranzo Zen è il pranzo della mattonella che usavano i monaci Zen quando ricevevano invitati in monastero. Tutto il cibo viene disposto con forme e colori che seguono lo Yin e Yang. Ad ogni commensale viene dato un piatto e preleverà il cibo dal centro tavola, a scelta, formando un disegno e seguendo i quattro livelli della filosofia Zen. Man mano che passeranno le pietanza verranno spiegati i motivi delle disposizioni dei cibi in quel preciso ordine che riflettono le fasi solari e le fasi lunari.
'Nella stanza delle cerimonie' si accede senza scarpe, si possono ammirare rituali e attrezzi delle cerimonie orientali Yam-cha, Wu- wo, tè pressati provenienti dello Yunnan , Birmania e Cambogia, o i pennelli per scrivere poesie durante le cerimonie.
La Stanza del Tè è copia fedele degli ambienti orientali in cui il tè viene vissuto, dalla preparazione alla degustazione. Per la cerimonia è prevista la partecipazione attiva degli ospiti; vengono degustati te e dolci che seguono le 16 stagioni della filosofia Zen. Visita al Museo del Tè, l’unico in Italia, entrato per ben 2 volte nel Guinness dei primati. Conserva più di seicento varietà di infusi, di provenienza mondiale. E ciascuno di essi, è correlato al suo servizio. Così i vassoi cinesi si accostano a teiere giapponesi o a bicchieri russi; e non mancano anche oggetti provenienti dall’Africa. Si potrà ammirare la teiera e la tazza più grande del mondo, realizzati dai maestri ceramisti di Caltagirone e possono contenere rispettivamente quindici e diciotto litri di tè.
Cinquecento teiere in terra porpora Aisha, differenti per modello e dimensione, si mostrano sulle pareti. Tutte provengono dalla Cina e appartengono al maestro collezionista cinese Xu Zongmin, che le ha concesse per una esposizione, organizzata in venticinque gruppi di venti teiere, ciascuna rappresentante un periodo storico ben preciso della storia e della dinastia imperiale cinesi. Alcune portano il sigillo dell’imperatore del tempo e del maestro ceramista che le realizzò. Ogni teiera si trova su un drappo di seta di colore differente, accompagnata da una ben precisa numerazione che corrisponde, nel manuale, alla descrizione della sua storia.

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Il lago è stato formato, a scopo irriguo e come riserva idrica, mediante la costruzione di una diga in terra battuta sul fiume Gornalunga lunga 830 m e che nel punto più alto misura 53,6 m. La capacità massima è di 110000000 metri cubi e nel periodo di massimo invaso l'estensione è di circa 7 chilometri quadri. Il nucleo impermeabile della diga è realizzato in materiale limo-sabbioso di origine alluvionale ed è ancorato allo strato argilloso di base. Il Lago, denominata anche “Don Sturzo” in onore del grande statista siciliano, è stato realizzato dal Consorzio di Bonifica di Caltagirone, nel periodo compreso fra gli anni 1963-1972.
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