Websummit 2017 a Lisbona: Turismo e Tecnologia
di Massimo Boaron 10 ottobre 2017
Dall’8 al 10 novembre Lisbona diventera’ la capitale mondiale del Web con una serie di attivita’ ed eventi che si svolgeranno in parallelo, fornendo ai visitatori uno scenario a tutto campo degli sviluppi in atto nel settore ITC. Un evento a cui gli operatori economici che guardano al futuro non possono mancare. La partecipazione prevista e’ enorme: 50.000 iscritti di 165 paesi, 20.000 aziende, 7.000 amministratori delegati, 700 investitori, 2.000 giornalisti internazionali.
Nel settembre del 2015 Paddy Cosgrave co-fondatore e CEO del Websummit ha annunciato che l’evento si terra’ a Lisbona per tre edizioni consecutive, dal 2016 al 2018. Una decisione motivata dalle possibilita’ che offre questa citta’ cosmopolita con ottime infrastrutture e un gran numero di alberghi.
Una occasione unica per Lisbona: si stima che l’evento di quest’anno portera’ alla città 250 milioni di incassi.
Questo e’ un esempio di come il Turismo non sia un settore fine a se stesso, ma si integri con tutte le attivita’ commerciali e sociali. Cosi’ il vantaggio e’ doppio: c’e’ uno sviluppo del territorio, che acquisisce nuove valenze tecniche e commerciali, e si crea un indotto turistico importante.
Lisbona ha sempre avuto una immagine di citta’ accogliente, animata, multiculturale, ma negli ultimi anni e’ cambiata rapidamente, in virtu’ di una politica illuminata, che, grazie alla detassazione, favorisce l’immigrazione degli esperti di tecnologie ad alto valore aggiunto e di persone con capitali. L’immigrazione come strumento di arricchimento culturale ed economico: una lezione che l’Italia dovrebbe imparare.
Ovviamente questo comporta anche l’arrivo di partner commerciali, esperti, consulenti che operano con queste persone. E non mancano amici e parenti in tutte le occasioni. Cosi’ il turismo si incrementa.
Il risultato e’ impressionante: l’afflusso di famiglie di livello medio alto sta facendo esplodere l’edilizia: i vecchi palazzi vengono restaurati e rinnovati, le case più brutte sono abbattute e lasciano spazio a grandi palazzi e moderni centri commerciali. Quasi in ogni isolato c’e’ un edificio con lavori edilizi in corso: come conseguenza il panorama di Lisbona e’ diventato abbastanza singolare, perche’ è pieno di gru in perenne movimento.
Il Websummit sta dando un ulteriore impulso all’immagine di Lisbona, sia turistica, sia come centro culturale e tecnologico.
Gli speaker sono nomi molto noti: in particolare sono presenti i grandi manager del settore, come Brian Krzanich, CEO di Intel, Mark Hurd, CEO di Oracle, Brad Smith, Presidente Microsoft, CEO e co-fondatore di Facebook politici, e politici notissimi, come Al Gore, ex vicepresidente USA, Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza, François Hollande, ex presidente francese.
Ma sono presenti anche figure di spicco in molte altre discipline, come Wladimir Klitschko, ex campione mondiale dei pesi massimi, Sophia Bush, attrice e attivista, Garry Kasparov, ex campione del mondo di scacchi, Wyclef Jean, noto musicista.
Il Websummit (https://websummit.com) e’ nato nel 2010 come una semplice idea per collegare la comunita’ tecnologica con tutte le industrie vecchie e nuove, interessate alle applicazioni: a poco a poco questa iniziativa e’ diventata la "conferenza tecnologica piu’ grande al mondo". Nessuna conferenza e’ mai cresciuta cosi’ velocemente: ora e’ la piu’ importante conferenza di tecnologia al mondo, un evento a cui anche i presidenti delle piu’ grandi imprese e i politici di spicco non possono mancare.
Fra gli eventi in programma al Websummit sono molto interessanti le presentazioni delle start-up, fra cui 45 italiane. Questo pero’ non ci rende molto fieri: nel 2014 al Web Summit di Dublino c’erano 98 start-up italiane e ce n’erano 53 nel 2015. Una situazione in controtendenza rispetto agli altri paesi in cui le start-up presenti vanno aumentando: uno dei tanti segnali del ritardo dell’Italia in questo settore strategico.
Purtroppo la nostra cultura ottocentesca con troppe lauree umanistiche, fabbriche di disoccupati, ci sta portando ai margini della civilta’ digitale. Una riprova di cio’ e’ anche la lista degli speaker, dove gli Italiani spiccano per la loro assenza.