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Volano per il turismo green e mobilità i binari dimenticati

di Giacomo Glaviano 13 novembre 2016

Le Ferrovie dello Stato vendono i suoi binari dismessi, cedendoli a prezzi str4acciati a Comuni e Regioni che pagherebbero con fondi statali e europei.
 


"In Sicilia esiste un terzo del patrimonio italiano di linee dismesse, se queste linee fossero trasformate in piste ciclabili, le vecchie stazioni in ostelli e ristoranti o centri di vendita di prodotti tipici, arte, archeologia, artigianato e turismo sarebbero messi a sistema creando occupazione e facendo emergere le eccellenze dell’Isola".

Lo ha detto alla Fiera Ecomondo di Rimini l’amministratore delegato delle FS Renato Mazzoncini, dove ha presentato il dossier che include i 1500 km di ferrovie italiane dismesse, delle quali 24 si trovano in Sicilia.

L’Isola conta 444 chilometri di binari dismessi: dai quasi 80 km della Dittaino-Caltagirone ai 400 m della Palermo Centrale-Porto. Tracciati disseminati di svariati tipi di costruzioni, dai caselli a stazioni e depositi e poi ponti, viadotti e gallerie. Solo sui 24,2 km della Terme Vigliatore-Messina Scalo sono presenti 20 case cantoniere 5 stazioni e via dicendo. Molte di queste linee non hanno neanche i binari ma posseggono tutte quella infrastrutture necessarie per essere trasformate in percorsi ciclabili o di trekking dove gli edifici presenti potrebbero ospitare varie attività legate al turismo.

Inoltre, alcune linee censite come la Magazzolo-Lercara Bassa, la Salaparuta-Castelvetrano, Carini-Punta Raisi, Palermo Centrale-Porto, Mazara del Vallo-Mazara del Vallo Porto ecc potrebbero essere trasformate  e inserite nei piani di mobilità delle cittadine siciliane interessate.


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