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Paese albergo: Question Time  il 15 ottobre al Baglio Ingoglia di Montevago con Saverio Panzica e Marco Magrini, moderatore Giacomo Glaviano presidente nazionale Fijet

di Anna Maria Massaro 10 ottobre 2016

Il turismo, senza dubbio, è la maggiore fonte di guadagno e sostentamento per i Paesi, a livello mondiale, ma anche uno strumento di innovazione e di “ingegno”. Quindi, sempre più importanti le idee geniali, innovative, sperimentali, ma soprattutto competitive.



Questa realtà la sta vivendo il nostro Paese, da sempre alla ricerca di nuove forme di turismo e di ospitalità che ha trovato il maggior successo nei piccoli borghi o paesi, attraverso la quale il turista si trova immerso a livello locale in prima persona.

L’albergo diffuso non è una struttura alberghiera ex-novo, ma una struttura orizzontale con lo scopo di trasformare gli edifici in disuso, all’interno del paese, in alloggi.

L’originalità della proposta oggi parte dall’amministrazione comunale di Montevago guidata da Margherita La Rocca Ruvolo che intende dare al paese una maggiore visibilità e numerosi vantaggi nelle strategie di posizionamento del mercato con la presenza di un albergo diffuso che deve rispettare la personalità di chi lo ha voluto e lo spirito del luogo.
 
Nell’Italia Centro-Meridionale, in Sardegna e nell’Italia Orientale, in particolare nel Friuli Venezia Giulia, l’albergo diffuso è una realtà molto presente. La regione con il maggior numero di alberghi diffusi è il Molise, grazie al lavoro svolto dagli operatori del “Patto Territoriale del Matese” , seguita dalle regioni Puglia e Sardegna supportate dal lavoro dei Gruppi d’Azione Locale ed infine la Calabria grazie al contributo di alcune Associazioni.

Montevago, comune ricco di prelibatezze, di storia, di risorse rurali e  ambientali, intende avviare questo percorso innovativo con il Paese albergo, una forma di ricettività sostenibile che propone una gestione collettiva dei posti letto sul territorio comunale affittando case, appartamenti e alloggio che altrimenti rimarrebbero sfitti e abbandonati.

La caratteristica dell’Albergo Diffuso è quella di non avere una singola struttura di accoglienza, ma mette insieme più edifici separati tra loro diffusi per il quartiere o addirittura all’interno di un intero centro abitato.

Il modello di Albergo Diffuso è comparso in Italia all’inizio degli anni ottanta, con alcune esperienze in Carnia, definite a suo tempo dall’autorevole quotidiano Statunitense “New York Times”, semplicemente geniale.

In Spagna i paesi-albergo sono una realtà consolidata e piuttosto diffusa, con risultati economici abbastanza incoraggianti.

Al Baglio Ingoglia di Montevago sabato 15 ottobre, alle ore 10.00 si parlerà di Paese albergo nel Question Time moderato da Giacomo Glaviano, presidente nazionale della federazione internazionale giornalisti e scrittori di turismo, con Saverio Panzica, esperto per la formazione e la consulenza per i servizi turistici, e Marco Magrini di Yes Europe Sicilia.

All’incontro interverrà il Sindaco Margherita La Rocca Ruvolo la quale evidenzia che l’accoglienza dell’ospite non si limiterà solamente al suo alloggiamento in comode camere, ma si cercherà di accoglierlo in un senso più ampio: centro benessere, soggiorni “attivi” praticando sport, seguire corsi artistici o conoscere i prodotti enogastronomici del luogo. Soggiornare nella struttura - conclude il primo cittadino - significa entrare a contatto con chi ci ospita, con cose semplici ma genuine.

Elemento importante dell’Albergo Diffuso è incoraggiare lo sviluppo turistico del luogo ove si trova. In queste strutture turistiche è importante servire le loro specialità, molto appezzate dagli stranieri.

Per Nino Sutera, Innovation brokers del percorso terr@, nell’albergo diffuso il turista diviene ospite dell’intera Comunità nella quale può ritrovare quel calore familiare e quell’autenticità delle relazioni che oggi manca soprattutto nella vita frenetica dei grandi centri.

In campo turistico la Sicilia ha grandi risorse che bisognerebbe saper cogliere, nel quadro di uno sviluppo compatibile, per creare un’occupazione stabile e qualificata e spazi nuovi di operatività per le imprese, soprattutto per le piccole e medie a conduzione cooperativa e familiare.
 
Fra le rarissime esperienze di paesi-albergo esistenti nella nostra isola, quella di Montedoro (in provincia di Caltanissetta) costituisce uno sforzo davvero originale ed encomiabile visto che si svolge in assenza di una specifica legislazione regionale di sostegno.

La nostra Regione, purtroppo, quando si tratta di aiutare le piccole iniziative produttive non interviene, mentre elargisce prebende e contributi a potenti cordate clientelari e/o ad enti morali e culturali manifestamente inutili.

I paesi-albergo insieme agli agriturismi ai B&B e altre attività extralberghiere, potrebbero costituire una filiera importante dell’industria dell’ospitalità siciliana, ad integrazione della rete alberghiera, comparto di grande prospettiva che necessità di una normativa capace di promuoverne la crescita.


Oggi il turista si riscopre viaggiatore alla ricerca di esperienze uniche, e l’albergo diffuso offrirebbe l’opportunità di stare a contatto con i residenti, alloggiando in vere case e di vivere il borgo come suo. Però è importante il rispetto dell’ambiente, il recupero del patrimonio artistico e culturale del luogo, riuscendo a trasformare l’abbandono in risorsa.

Va ricordato che l’albergo diffuso permette al turista di vivere l’esperienza del soggiorno in vere abitazioni a stretto contatto con la Comunità locale con la presenza di tutti i servizi di base, incrementati da quelli commerciali, culturali e turistici anche per i residenti. Un interesse culturale e storico “appetibile” per i turisti e l’organizzazione, da parte di enti o associazioni, di iniziative o eventi folcloristici.

Proprio il 29 settembre la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il disegno di legge con le "Misure per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti e dei territori montani e rurali, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici". Si tratta di una legge che aiuterà l’Italia ad affrontare il futuro grazie alla forza di comunità e territori. Questo provvedimento passa ora all’esame del Senato. Indubbiamente è un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove  tecnologie e la green economy. 

Circa 5.600 piccoli Comuni amministrano più della metà del territorio nazionale, in essi vivono oltre 10 milioni di italiani.  Non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti. 


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