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FIJET News 2016


Post Tour a Tatarstan Kazan dei giornalisti e scrittori di turismo partecipanti al Congresso della Fijet di Mosca

di Anna Maria Massaro 03 ottobre 2016

E’ stato un viaggio meraviglioso, per la verità un pò stressante, quello effettuato alla Repubblica di Tartastan Kazan, terza capitale della Russia, una del più vecchio e parte più bella del paese, dove la cucina locale e deliziosa si gode in una atmosfera ospitale dei ristoranti.



Con un volo della Aeroflot Airlines e l’assistenza del personale della Intourist, della quale è direttore generale Leonid Marmer, le delegazioni della Fijet arrivano a Kazan, capitale di una delle repubbliche autonome della Federazione Russa: Tatarstan, paese dei tatari, che ricordano le efferate crudeltà. I “tatari” dai bellicosi mongoli che, otto secoli fa, scorrazzavano nelle steppe russe, tagliando teste e mettendo a ferro e fuoco le città oggi sono diversi. Il Tatarstan quindi è un raro esempio di convivenza pacifica tra persone di etnia e fede diverse.

Anche il gruppo italiano ha usufruito di una interprete, richiesta dell’ex ambasciatore russo in Italia Vladimir S.Novikov, amico del presidente della Fijet Italia Giacomo Glaviano.

Il Cremlino di Kazan, nucleo più antico della città, sorge su una altura che sovrasta la confluenza dei fiumi Kazanka e Volga, un Cremlino sui generis accanto alla caratteristica cattedrale.

Nello stesso sito un tempo si trovava, la leggendaria moschea Kul-Sherif, dagli otto minareti, le cui forme fantasiose pare abbiano ispirato gli architetti che costruirono la cattedrale di San Basilio a Mosca, a commemorazione della presa nel 1552 di Kazan da parte dei russi.

Dal 19° piano dell’Hotel Korston, si ammira la città, commistione di campanili e minareti, chiese e moschee anche se non si trovano le une accanto alle altre, ma in quartieri diversi.

Uno dei monumenti più caratteristici del cremlino di Kazan la torre a gradoni, pendente quasi come quella di Pisa, che porta il nome della principessa Sjujumbek, moglie dell’ultimo khan tataro di Kazan.

Con l’arrivo dei bolscevichi le sorti delle due comunità religiose sono state accomunate nella persecuzione: non ha risparmiato nè cristiani nè musulmani, nè russi nè tatari. Nel 1943, durante la guerra, per dare nuova linfa al patriottismo dei russi, Stalin restituì alla chiesa ortodossa un ruolo ufficiale; anche l’islam ottenne un riconoscimento analogo.

Dopo secoli di vita in comune, tatari e russi sono uniti da forti legami di sangue: moltissimi ancora i matrimoni misti. Guardando i gruppi di giovani che passeggiano per le strade di Kazan non si individua chi siano tatari o russi. Si vedono anche teste decisamente bionde o more, ma spesso rimane il dubbio. Anche le caratteristiche architettoniche della città riflettono i tratti dei due popoli.

In una delle tre serate del soggiorno abbiamo partecipato alla cena-show "Kazan" spettacolo di folclore di isatheatrical, dove sono stati serviti dei piatti tradizionali della cucina tatar, mentre con balli e canti è stata raccontata la storia e la cultura di Kazan.

Interessante la visita all’isola-città di Sviyazhsk, dove è stato ammirato il Tempio di tutte le religioni, ubicato in un complesso architetton ico e unico; molti i luoghi dell’adorazione, inclusi tra l’altro una chiesa ortodossa e una sinagoga "simbolo architettonico dell’unione di religioni, culture e civiltà. L’isola è un tesoro trovato delle pietre miliari architettoniche del XVI secolo, inizialmente fortezza costruita da Ivan il Terribile.


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