I souvenir di stampo mafioso danneggiano la Sicilia
di Giacomo Glaviano 27 agosto 2015
A lanciare la campagna di sensibilizzazione “Io non sono mafioso” Danilo Suis, presidente della “Rete 100 passi” che vuole fare scomparire dai negozi gadget e prodotti con simboli mafiosi, dal “Padrino” al magnete con la coppola e la lupara e tanti altri oggetti.
Questa iniziativa è partita nei giorni scorsi dopo il funerale romano di Casamonica, rimbalzato su tutti i media internazionale per l’ostentazione del simbolismo mafioso che, proprio per questo, non può essere considerato un innocua fonte di reddito.
“Basta con l’apertura di attività e la vendita di prodotti che diffondono la cultura dell’illegalità - dice Danilo Sulis; abbiamo lanciato una petizione e stiamo organizzando una riunione con Confcommercio e Confesercenti perchè rilanciano un’immagine dell’Italia che offende le famiglie delle vittime di mafie e che sono anche strumento di diffusione della cultura mafiosa”.
Nelle città turistiche italiane e, in particolare, in quelle della Sicilia - aggiunge Sulis - è normale trovare in esposizione t-shirt, statuette e gadget d’ogni genere che richiamano simboli e atteggiamenti mafiosi. Noi con la nostra iniziativa diciamo no al mafia brand dell’Italia nel mondo. L’impresa è ardua, ma insieme possiamo farcela.