La professione del giornalista sarà soppiantata dall'Intelligenza Artificiale?
Oggi la comunicazione è multimediale: testi, immagini, video, e voce si fondono assieme per dare un messaggio più coinvolgente e sempre più spesso i contenuti sono generati o tradotti dall’Intelligenza Artificiale
di Massimo Boaron 20 febbraio 2024
La domanda se l’Intelligenza Artificiale sostituirà i giornalisti è una delle più dibattute nel campo dell’informazione digitale. Alcuni ritengono che sia una minaccia per la creatività, l’etica, e la qualità del giornalismo, mentre altri la considerano come un’opportunità per migliorare l’efficienza, la diversità e l’innovazione del settore.
In questo articolo, cercheremo di esplorare le potenzialità e i limiti nel giornalismo di questa tecnologia, basandoci su alcune ricerche, esperienze e opinioni di esperti.
L’Intelligenza Artificiale nel giornalismo si manifesta in forme e applicazioni diverse, che vanno dalla generazione automatica di testi, immagini, video, alla personalizzazione dei contenuti, alla verifica delle fonti, alla scoperta di storie, alla creazione di chatbot e assistenti vocali.
Questi strumenti possono aiutare i giornalisti a svolgere compiti ripetitivi, noiosi, o difficili, liberando tempo e risorse per attività più creative, critiche e investigative.
Inoltre, possono contribuire a rendere il giornalismo più accessibile, inclusivo, e partecipativo, offrendo nuove modalità di fruizione e interazione con il pubblico.
Tuttavia, non è priva di sfide e rischi, che riguardano sia aspetti tecnici che etici del giornalismo. Dal punto di vista tecnico, richiede competenze, infrastrutture, e dati adeguati, che non sono sempre disponibili o affidabili. Inoltre l’IA può essere soggetta a errori, bias, manipolazioni, abusi, che possono compromettere la veridicità, l’accuratezza, e l’oggettività dell’informazione. Dal punto di vista etico, solleva questioni di responsabilità, trasparenza, privacy, e sicurezza, che implicano una riflessione sul ruolo e i valori del giornalismo come servizio pubblico.
Per affrontare queste sfide e rischi, è necessario un approccio, integrato e collaborativo, che coinvolga tutti gli attori che fanno parte del mondo giornalistico: giornalisti, editori, sviluppatori, ricercatori, regolatori e utenti.
È importante che i giornalisti acquisiscano consapevolezza e competenza sull’Intelligenza Artificiale, per poterla usare in modo critico, creativo ed etico. È altrettanto importante che gli sviluppatori e i ricercatori tengano conto, delle esigenze e dei principi del giornalismo, per creare soluzioni adeguate e responsabili. Infine, è fondamentale che gli editori, i regolatori, e gli utenti siano coinvolti nel monitorare e valutare l’impatto che questa tecnologia ha sul giornalismo, per garantire la qualità, la diversità, e la sostenibilità del settore.
In conclusione, possiamo dire che l’Intelligenza Artificiale non sostituirà i giornalisti, ma li trasformerà. Non è né un nemico né un alleato del giornalismo, ma uno strumento che può essere usato in modi diversi, a seconda delle intenzioni, delle capacità, e dei contesti di chi lo usa. Non è una soluzione magica, ma una sfida complessa, che richiede una visione strategica, una formazione continua e una cooperazione multidisciplinare. Non è un fine, ma un mezzo, che deve essere al servizio del giornalismo e della società.
Da Eteam International
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